Se a separarsi è una coppia che non ha figli sembrerebbe che gran parte dei problemi inerenti alla separazione quali l’affidamento della prole ed il mantenimento della stessa siano evitati, invece no! Il Tribunale di Roma, ma già prima quello di Foggia e quello di Cremona, è stato chiamato a dirimere una controversia sorta in sede di separazione relativamente a chi dovesse rimanere affidato il cane che di famiglia anche se adottato e microcippato a nome di uno solo dei contendenti.
La giurisprudenza, per ora di merito, ha stabilito che, in mancanza di una norma ad hoc, si potesse applicare per analogia la disciplina dell’affidamento condiviso prevista per i figli minori. Il tribunale di Roma, con sua sentenza n. 5322 del 15 marzo 2016, ha, pertanto, stabilito: “dispone l’affido condiviso del cane B ad entrambe le parti che dovranno prendersi congiuntamente cura dell’animale, provvedendo nella misura del 50% ciascuno alle spese per il suo mantenimento (cure mediche, cibo e quant’altro eventualmente necessario al suo benessere); dispone che lo stesso stia sei mesi all’anno con l’una e sei mesi all’anno con l’altra, con facoltà per la parte che nei sei mesi non lo avrà con se, di vederlo e tenerlo due giorni la settimana, anche continuativi, notte compresa; stabilisce che, nei primi sei mesi dalla pubblicazione della presente sentenza, il cane stia con la parte attrice….”
La sentenza del Tribunale di Roma tiene conto dell’affezione che si crea tra animali e padroni e viceversa e precorrendo i tempi applica quello che dovrebbe essere il contenuto di una proposta di legge giacente in Parlamento che prevede l’introduzione dell’affido congiunto anche per gli animali di famiglia in caso di separazione o divorzio.